Gioco d’azzardo e SPID: identità digitale per la legalità

Sappiamo quanto le normative abbiano fatto dei grandi passi in avanti negli ultimi anni, riguardo al gioco d’azzardo e alla tutela dei giocatori. Partendo dal presupposto che il gioco d’azzardo legale è un’attività assolutamente lecita, oltre che decisamente redditizia per le casse statali, esiste da sempre il rovescio della medaglia. Sono due gli aspetti che vanno contrastati, quelli che da sempre impegnano i legislatori di tutto il mondo, Italia compresa. Il primo è l’illegalità, ovvero azioni volte a truffare i giocatori e le strutture erogatrici di gioco per incassare maggiore denaro rispetto a quanto consentito. Il secondo è il gioco patologico, ovvero la possibilità che soggetti fragili possano cadere preda delle ludopatie andando a creare enormi problemi sociali. Al fine di contrastare entrambe questi potenziali problemi lo strumento che appare più efficace è il controllo dell’identità del giocatore. Quando si parla di gioco a distanza, sia online che attraverso le macchinette VLT e New Slots, potrebbe essere relativamente facile assumere l’identità di qualcun altro.

In Italia l’età a cui si può accedere al gioco d’azzardo legale sono i 18 anni. In passato, si è verificato invece che minorenni potessero avere libero accesso alle macchinette da bar, perché nessuno controllava la loro età. Così a partire dal 2020 in Italia è stato introdotto l’obbligo di utilizzo della tessera sanitaria. Questo documento va inserito nelle macchinette slot da bar e permettono quindi al sistema di bloccare l’utente, qualora non risulti maggiorenne. Tale sistema di riconoscimento è utile anche come deterrente nei confronti di chi abbia intenzioni disoneste. Quindi si è fatto un passo in avanti nei confronti della lotta all’illegalità e del gioco patologico, come abbiamo illustrato già in precedenza in un altro nostro articolo. Ma alcune criticità permangono.

Riconoscimento online e SPID

Per quel che riguarda i casinò online, le misure di sicurezza che sono state messe in campo fino ad ora sono state numerose e garantiscono ormai un notevole grado di tutela. Infatti, quando ci si iscrive ad un portale online è sempre necessario inviare un documento di identità in corso di validità, e il metodo di pagamento viene associato al titolare del conto di gioco. Sembrerebbe esserci poco margine per truffe o sistemi illegali, pure qualche falla esiste ancora. Ad esempio, ci sono sistemi di pagamento come i voucher che non si legano in modo univoco al giocatore. Inoltre, il gestore del portale non può effettuare controlli davvero rigorosi sui documenti inviati dagli utenti. Sarebbero infatti necessarie altre autorizzazioni che al momento non sono attive. Insomma, non è poi così difficile che qualcuno (ad esempio un minorenne) faccia la registrazione ad un casinò online usando il documento di un’altra persona. Il problema si sta ponendo adesso con particolare insistenza per via del fatto che il gioco online è enormemente cresciuto negli ultimi due anni. Questo si lega alla pandemia di Covid-19, che ha spinto le persone a fare molte operazioni a distanza, ivi incluse tutte le attività legate al gioco d’azzardo. Ma c’è anche un’altra cosa che è stata fortemente spinta dalla pandemia: lo SPID.

Che cos’è lo SPID

Lo SPID è il Sistema Pubblico di Identità Digitale, che implica un primo riconoscimento fisico a seguito del quale vengono erogate delle credenziali univoche per ogni cittadino. Il sistema è stato introdotto dallo Stato Italiano per semplificare e snellire le pratiche burocratiche, per eliminare le lunghe code in ufficio. Con lo SPID è possibile entrare in tutti i portali istituzionali per risolvere varie faccende relative alla propria vita di cittadino. Una volta attivato, lo SPID è un sistema davvero molto facile da usare. Infatti, basta tenere a memoria una username (che corrisponde ad un indirizzo di posta elettronica) ed una password per potersi autenticare. Il vantaggio dello SPID è che è davvero univoco, identificativo di ognuno di noi, non duplicabile e anche difficilmente sottraibile. Ad oggi ci sono 9 gestori autorizzati ad erogare lo SPID: Aruba PEC SpA, In.Te.S.A. SpA, InfoCert SpA, Lepida ScpA, Namirial SpA, Poste Italiane SpA, Register SpA, Sielte SpA e TI Trust Technologies Srl.

Lo SPID e il gioco d’azzardo

Per via dei vari lockdown e della necessità di rispettare il distanziamento sociale, lo SPID ha conosciuto una netta accelerata negli ultimi due anni, proprio come il gioco d’azzardo online. Ecco allora che ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che in Italia si occupa di regolamentare il gioco d’azzardo legale, ha avuto un’idea. Se ne sta parlando molto in questi giorni, e sembra proprio che sia destinata a concretizzarsi: lo SPID potrebbe essere adottato anche come sistema identificativo per praticare il gioco d’azzardo online. Anche se non è specificato, è probabile che la proposta possa estendersi anche alle macchinette fisiche, le quali potrebbero essere modificate e richiedere le credenziali SPID all’accesso, anziché l’inserimento della tessera sanitaria.

Quali sarebbero le conseguenze di una simile novità? Per l’utente si tratterebbe senza ombra di dubbio di una semplificazione. Per accedere ad un casinò online non sarebbe più necessario fare una procedura di registrazione, perché basterebbe usare le credenziali SPID, già verificate, associandovi eventualmente solo un sistema di pagamento per il conto di gioco. Per i gestori sarebbe un’enorme garanzia perché lo SPID è, di fatto, l’identità virtuale di ognuno di noi che è assai meno facilmente falsificabile di ogni altro sistema. Naturalmente, nessuno vieta che qualcuno possa impadronirsi e usare le credenziali di un altro, ma alla fin fine sarebbe sempre possibile risalire al titolare del conto. Bisognerà attendere per vedere se questa, che per ora è solo una proposta, acquisirà contorni più concreti. Se alla fine quanto per ora è stato solo ventilato da ADM diventasse realtà, di certo tutto il mondo del gaming ne trarrebbe un grande vantaggio, specie per scoraggiare ulteriormente pratiche illegali altamente lesive per i gestori.