Come sono cambiati i videogames e il gioco d’azzardo: effetto dopamina

CMarziali 22/08/2022
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Se il gioco d’azzardo si chiama così è per distinguerlo dal gioco tout court, da cui si differenzia perché nel primo viene impiegato del denaro. A ben vedere, però, questo discrimine è davvero molto sottile e lo sta diventando sempre di più con il passare del tempo. Adesso che abbiamo visto qual è la differenza, chiediamoci quale sia invece il punto in comune. Potrebbe essere quello che qualcuno definisce “effetto dopamina”. La dopamina (semplificando al massimo) è un ormone prodotto dal cervello che viene rilasciato ogni volta che si riceve una ricompensa o una gratifica. Ecco perché lo si collega al gioco: ogni volta che si consegue una vincita, o che si sale di un livello ad un videogame, il cervello umano rilascia dopamina. In questo modo abbiamo spiegato in due parole perché alle persone, anche adulte, piace tanto giocare: perché questo produce benessere nel cervello, fa salire l’adrenalina, appaga alcuni bisogni elementari. Naturalmente, tutto questo è ben noto a chi i giochi li produce e ne ricava profitto.

L’esordio del gioco online

videogames-MMORPGL’idea di “gioco” ha assunto una forma completamente nuova e diversa a partire dagli anni Novanta, quando cioè sono cominciati a comparire i primi personal computer e a diffondersi l’utilizzo della rete internet. Sembra impossibile ci sia stato un tempo in cui non sono esistiti, ma la prima Playstation è stata prodotta appena nel 1994, e il primo Xbox è del 2001. Più o meno nella stessa data è stato rilasciato il primo MMORPG (Massively Multiplayer Online Role Playing Games), una tipologia di gioco che da allora ha conosciuto una crescita vertiginosa in termini di popolarità.

Il MMORPG è, come dice il suo stesso nome, un gioco di ruolo online. Ogni giocatore interpreta un personaggio con caratteristiche che vengono scelte personalmente; le ambientazioni possono essere le più disparate. La cosa davvero rivoluzionaria è stata poter giocare stando connessi alla rete, quindi interagendo con persone che, potenzialmente, potevano trovarsi dall’altra parte del mondo. Si è così creata una nuova forma di socialità virtuale che oggi porta ad avere circa 3 miliardi di videogiocatori in tutto il mondo, più della metà dei quali dice che è il gioco a permettergli di mantenere e portare avanti le proprie relazioni sociali (Fonte: Entertainment Software Association-ESA).

L’evoluzione del gioco online

Poco alla volta, con il passare del tempo, ci si è resi conto però che la formula dei videogames andava cambiata. All’inizio si vendeva un compact disc, il cui costo si aggirava intorno ai 40 dollari, di solito, e il rapporto tra il consumatore e il produttore finiva lì, fino al rilascio di un nuovo titolo. Man mano però che le tecnologie hanno reso possibili nuovi tipi di ragionamento con le possibilità offerte, si è ben pensato di cominciare ad offrire anche altro ai clienti, in modo tale che il rapporto diventasse più esclusivo e, per così dire, continuativo. Parliamo di quelli che oggi sono definiti “live service games”, e che hanno iniziato a diffondersi e ad acquisire popolarità a partire dal 2010.

Si tratta di una serie di servizi aggiuntivi che si acquistano e che servono ad implementare o a migliorare l’esperienza di gioco. Intendiamo quindi il download di aggiornamenti del gioco stesso, l’acquisizione di oggetti che possono servire per salire di livello più velocemente, espansioni, nuove features e skills, e così via. Giochi usciti anche anni prima continuano a generare così incassi per la casa che li ha prodotti, perché i giocatori continuano ad acquistare nuovi servizi che rendono il videogame sempre nuovo. Basti pensare a GTA V, dove è possibile procurarsi a pagamento armi, missioni o NTF (Non Fungible Tokens).

Il videogame e il gioco d’azzardo

loot-boxesAll’interno della categoria dei live service games rientrano anche le famigerate loot boxes. Le loot boxes fanno parte di quei beni che si possono acquistare per implementare la propria esperienza di gioco, con una significativa variante. Chi acquista una di queste “scatole” (box vuol dire appunto scatola in inglese) non sa che cosa ci sia al suo interno. Questo quindi introduce un altro elemento che è il caso, ciò che, per eccellenza, domina il gioco d’azzardo. Anche le loot boxes vengono adottate ormai dal 2010 creando non poche polemiche, anche se ormai sussiste un significativo precedente che le “scagiona” dall’accusa di costituire istigazione al gioco d’azzardo.

Nel mese di marzo 2022 EA, uno dei colossi tra i produttori di videogames, ha vinto in appello un contenzioso nato nei Paesi Bassi riguardante il gioco FIFA Ultimate Team. All’interno di questo videogame a sfondo calcistico era possibile l’acquisto delle loot boxes, che erano quelle finite sotto accusa perché identificate come gambling. Ma il tribunale ha deciso di non accogliere il reclamo in quanto si ritiene che il videogame sia un gioco che si basa sulle capacità personali, sulle abilità manuali e strategiche, e non sul caso. Le loot boxes aggiungono solo un po’ di eccitazione in più, ma non sono l’elemento centrale del gioco.

Ecco perché il gioco d’azzardo non è gioco tout court

Da questa decisione del tribunale olandese possiamo così estrapolare un concetto che può aiutare a determinare in modo più netto cosa è gioco d’azzardo e cosa non lo è. Nel primo caso, è la parola “azzardo” a dominare. Quindi, il punto non è l’impiego di denaro, ma il fatto che il risultato del gioco non dipende tanto della abilità del giocatore quanto più dal mero caso. L’effetto dopamina quindi è interamente legato al fatto che non si può prevedere il risultato in nessun modo. Nel gioco, o videogioco, invece il caso ha solo un ruolo parziale e, se concorre a creare l’effetto dopamina, non ne è mai il principale responsabile.

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